“Un eroe Veneziano, Umberto Klinger e i suoi aeroplani” di Bruno Delisi e Maria Serena Klinger
“Un eroe Veneziano, Umberto Klinger e i suoi aeroplani” di Bruno Delisi e Maria Serena Klinger, con corredo di immagini e di documenti cartacei. 250 pp. Giorgio Apostolo editore.
Il libro sarà presentato il giorno 22 maggio alle ore 16,30 presso la sala Agnelli della Biblioteca Ariostea (Ferrara) con il patrocinio dell’Associazione Trasvolatori Atlantici.
Gli autori chiudono a Ferrara il giro di presentazioni del loro libro, scritto a quarant’anni dalla morte del protagonista. La scelta è intenzionale per i legami affettivi con la città ove la primogenita Maria Serena è nata e ove è sepolto il protagonista la cui tomba figura nell’area Giordani del Cimitero Monumentale, vicino a quella dell’ amico Vittorio Cini.
Umberto Klinger (1900 – 1971). “Una figura leggendaria di aviatore e di italiano”. Così lo definì il deputato Durand de la Penne, affondatore della corazzata inglese “Queen Elisabeth” insieme ad altri parlamentari il 27 gennaio 1971 nell’interpellanza con la quale ne chiedeva ragione della morte.
Sottotenente giovanissimo si distinse nella prima guerra mondiale. Nelle note caratteristiche del tempo è possibile leggere: “Evidente l’interessamento per i suoi dipendenti da cui sa pretendere e farsi amare. Per le sue qualità morali ed intellettuali ispira fiducia e sa acquistarsi quell’ascendente che ogni ufficiale deve avere per guidare i suoi uomini nel pericolo”.
Il giudizio espresso dal cap. Cesare Porta, comandante della 3° compagnia del 6° reggimento alpini, anticipa quella che sarà una costante della vita civile e militare del personaggio, cioè la qualità del rapporto con lavoratori e subordinati alla quale veniva a sommarsi la visione delle risorse economiche come strumento produttivo.
Dopo cinque anni di intensa attività a Ferrara, durante i quali strinse un saldo e duraturo rapporto di amicizia con il Podestà Renzo Ravenna , fu chiamato da Italo Balbo a capo della Società Aerea Mediterranea (SAM) che trasformò in pochi anni in una delle più importanti imprese europee del ramo, con il nome di Ala Littoria, prima compagnia di bandiera italiana. Nella sua qualità di Presidente e amministratore delegato, guidò lo sviluppo dei collegamenti aerei con paesi di tre continenti, sviluppando la rete aerea africana e mettendo le basi per la linea per l’America Latina. Esperto pilota accumulò oltre quattromila ore di volo, molte delle quali con l’aereo executive della società, il biplano Beechcraft 17R I IBIS, e 600 in voli di guerra. Fu inoltre uno dei pochi, se non l’unico Presidente di compagnia di bandiera del tempo a compiere ai comandi del CANT Z 506 I ALAL la doppia traversata dell’Atlantico, Italia – Argentina- Italia.
Pur non condividendo l’entrata in guerra, come del resto il suo amico Italo Balbo, passato all’Arma Aeronautica compì il suo dovere con il grado di Ten. Col. Pilota. In ardite imprese guadagnò cinque medaglie d’argento. Il legame tra Klinger e i suoi uomini si mantenne anche nel dopo guerra. Nel 1946 fu chiamato dalle maestranze delle distrutte officine aeronautiche , dai sindacati, dall’Amministrazione comunale e dallo stesso Ministro Mauro Scoccimarro a ricostruire gli stabilimenti per risolvere il problema della locale disoccupazione. La società, rilevata con la ragione sociale di Officine Aeronavali di Venezia, raggiunse largo e lusinghiero successo internazionale. In quegli anni inoltre organizzò quattro compagnie aeree di cui due straniere.
In riconoscimento dei meriti sociali ed economici acquisiti nei confronti della città il Comune gli ha dedicato il Lungomare che fiancheggia l’aeroporto G. Nicelli del Lido.