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Malaysia Airlines MH370: dopo una settimana ancora nessuna certezza #aggiornamento

E’ passata una settimana da quel 7 marzo, giorno in cui il Boeing 777-200 della Malaysia Airlines, marche 9M-MRO, volo MH370, sparì dai radar del controllo traffico aereo. 

Durante la fase iniziale delle ricerche abbiamo provato a raccogliere informazioni in base alle quali abbiamo provato a formulare alcune ipotesi (leggete qui e qui), ma negli ultimi giorni sono emersi nuovi dettagli che ci inducono a fare nuove riflessioni.

L’area di ricerca degli eventuali resti dei Boeing è grande 27,000 nm, un’area grande quanto il Portogallo, 5 volte la grandezza della zona di ricerca del volo AF447, e giorno dopo giorno si allarga.

I mezzi coinvolti ad oggi: 57 navi, 48 aerei, 10 satelliti. Sono 13 i paesi coinvolti.

Bisogna subito chiarire che il Ministro tailandese della Difesa e dei Trasporti, Hishammuddin Hussein, ha dichiarato che le due chiazze di carburante individuate a sud del Mar Cinese e  i frammenti individuati dai satelliti cinesi non sono correlate con il Boeing 777.

Alle coincise dichiarazioni del Ministro Hishammuddin Hussein, si contrappongono le ipotesi diffuse da alcune testate giornalistiche.

Il Wall Street Journal sostiene che il Boeing della Malaysia Airlines abbia continuato a volare per altre 4 o 5 ore dopo l’ultimo contatto radar ATC; a sostegno di questa ipotesi, ci sarebbero i tentativi di connessione dell’ACARS (un dispositivo che comunica direttamente con la compagnia aerea di appartenenza del volo) di connettersi attraverso il satellite, anche se il Ministro malese non ha confermato queste voci. In 4/5 ore, il Boeing potrebbe aver percorso 2200 nm a 480 kts.

A rafforzare questa ipotesi c’è la testimonianza di una persona (Mike McKay) che, mentre era a lavoro su una piattaforma petrolifera, afferma di aver visto precipitare un aereo in fiamme nel sud del Mare Cinese. La sua testimonianza è molto dettagliata, ed indica il probabile punto di impatto. Alcune unità di ricerca e soccorso si sono recate sul punto indicato da McKay, ma non hanno individuato nessuna traccia utile.

I satelliti stanno scandagliando le zone di ricerca, sono state acquisiti alcune immagini nelle quali sono stati fotografati dei frammenti che inizialmente si pensava potessero appartenere al volo MH370, ma dopo un’attenta analisi sono state scartate.

Invece la Reuters ritiene che, in base ai dati riportati da investigatori US, il Boeing della Malaysia Airlines abbia continuato a volare dopo l’ultimo contatto radar delle 1:30 verso le isole Andamane, attraversando tutta la penisola malese seguendo dei waypoint standard. Quindi non si tratterebbe di un volo “fantasma”, ma qualcuno avrebbe pilotato l’aereo verso una destinazione per ora ignota, disabilitando tutti i sistemi di comunicazione (trasponder, ACARS, radio…). Se fosse vero, bisognerebbe chiedersi come mai nessun caccia sia decollato per intercettare questo velivolo… o forse i caccia sono decollati e hanno abbattuto il Boeing???

Le tracce a cui fa riferimento la Reuters provengono dai radar primari militari che, a differenza dal radar secondario utilizzato dai controllori del traffico aereo, ha un funzionamento e potenza di segnale diverso, che consente di rintracciare un velivolo anche se il trasponder di bordo è spento

Il New York Times ha rivelato che gli investigatori USA hanno analizzato i dati inviati automaticamente dall’ACARS alla Rolls-Royce (ovvero il produttore dei motori installati sul Boeing 777) ed hanno scoperto che poco prima di sparire dai radar il velivolo è salito repentinamente fino a 45000 piedi, ovvero oltre la quota massima prevista di 40000 piedi, per poi cambiare improvvisamente rotta e quota più volte come riportato in questa scheda:

Un comportamento di questo tipo è anomalo,  anche se parte di queste informazioni trovano riscontri nelle tracce del radar secondario. Manovre incontrollate o volontarie?

Nel 2005, un Boeing 777-200 della Malaysia Airlines come quello impiegato nel volo MH370, eseguì atterraggio di emergenza a causa di un guasto alla piattaforma inerziale ADIRU che causò manovre incontrollate del velivolo. I piloti, dopo aver disabilitato i sistemi di controllo, riportarono l’aereo a terra. Ulteriori informazioni su questo incidente: https://en.wikipedia.org/wiki/Air_data_inertial_reference_unit#Malaysia_Airlines_Flight_124

Il primo ministro malese nella mattinata di oggi, sabato 15 marzo, ha confermato che in base alle tracce satellitari il Boeing 777 è rimasto in volo fino alle 8:11 della mattina del 7 marzo. Quindi ha volato per quasi 8 ore senza alcun contatto radar, seguendo una rotta differente da quella originaria (con destinazione Bejing), seguendo un percorso prestabilito. Il tutto lascia pensare ad un dirottamento ben organizzato. E’ paradossale pensare che nessun caccia militare si sia alzato in volo per intercettare questo aereo “fantasma” che è rimato in volo 8 ore senza comunicare con nessun ente di controllo. Ed è alquanto bizzarro pensare che mentre si avviavano le operazioni di ricerca in mare, l’aereo era ancora in volo con una destinazione ignota. Ecco dove potrebbe essere arrivato il Boeing 777 con un autonomia di 8 ore di volo

Per ora, di certo, sappiamo solo che è sparito un aereo con 239 passeggeri, e non ci sono indizi validi da seguire per il recupero. La tecnologia ormai fa parte della nostra vita quotidiana, ma fino a che punto possiamo farci affidamento? Quello che sta succedendo con il volo MH370 non ha precedenti e sicuramente segnerà un punto di svolta nel mondo dell’aviazione, come accaduto con l’11 Settembre.

Fonti:
L’ipotesi del Wall Street Journal: online.wsj.com
L’ipotesi della Reuters: reuters.com
L’ipotesi del New York Times: nytimes.com

 

 

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