Lo strano dirottamento del volo Ethiopian Airlines ET-702
Hailemedhin Abera Tegegn è il co-pilota nonchè autore del dirottamento dell’aereo della Ethiopian Airlines mentre era in volo da Addis Abeba a Roma (Flight ET-702) e atterrato questa mattina nell’aeroporto di Ginevra. Il dirottatore, 31 anni di origine etiope, si è consegnato ai gendarmi svizzeri dopo essersi calato con una corda da un finestrino della cabina subito dopo l’atterraggio. Non era armato e ha affermato di voler chiedere asilo politico alla Svizzera perché ha detto di “sentirsi minacciato” in patria. L’uomo sarà interrogato. Tutti i 193 passeggeri sono sani e salvi e per loro, ha detto il portavoce dell’aeroporto di Ginevra Eric Grandjean, non c’è mai stato pericolo di vita. Lo scalo è stato riaperto.
Il volo ET-702 era decollato il 17 febbraio da Addis Abeba alle 00:30 ora locale, con destinazione Roma Fiumicino, atterraggio previsto alle 4:40. Alcuni testimoni affermano che intorno alle 2:00 mentre l’ aereo sorvolava i cieli del Sudan il copilota è riuscito a prendere i comandi del Boeing approfittando dell’assenza del pilota che era andato in bagno, eludendo le procedure di sicurezza. Ha iniziato a “squawkkare” 7500, ovvero un codice trasponder che sta ad indicare “dirottamento” o “bomba a bordo”. Due caccia Eurofighter Typhoon del 36° Stormo di Gioia del Colle (BA), sono decollati nelle primissime ore del mattino con l’ordine di “scramble“. Il Boeing 767-300 (registrato ET-AMF), dopo essere stato intercettato dai caccia italiani, è stato scortato fino al confine elvetico dove è stato preso in consegna da due Mirage 2000 francesi che lo hanno accompagnato allo scalo di Cointrin per l’atterraggio alle 6.02. Sembra che il copilota avesse richiesto di poter atterrare a Ginevra per fare rifornimento prima di far sapere che si trattava di un dirottamento, quindi non è chiaro se gli Eurofighter italiano abbiano intercettato il Boeing non appena entrato nello spazio aereo italiano oppure quando ormai era già diretto in Svizzera. Alle 5:45 il dirottatore riportava che nei serbatoi era rimasto carburante a sufficienza per appena 20 minuti di volo, e che non avrebbe avviato le procedure di atterraggio fino a quando non gli fosse stato garantito l’asilo politico. Su Soundcloud è disponibile una registrazione audio delle comunicazioni intercorse tra il dirottatore e la torre di controllo https://soundcloud.com/producermatthew/ethiopian-airlines-flight
Le Forze aeree svizzere svolgono servizio d’allarme solo tra le 8.00 e le 12.00 e dalle 13.30 alle 17.00 a causa delle ristrettezze economiche, ecco perchè sono intervenuti due Mirage francesi invece degli F-18 o F-5 svizzeri. I Mirage francesi non avrebbero potuto abbattere il Boeing su suolo elvetico in vitru degli accordi internazionali.
Nel 1996 un Boeing 767-200ER (ET-AIZ – Volo 961) sempre della Ethiopian Airlines fu vittima di un dirottamento, in quel caso i dirottatori ignorarono gli allarmi del pilota, l’aereo precipitò in mare in quanto aveva esaurito il carburante.
Secondo la testimonianza all’ANSA di Francesco Cuomo, 25 anni, uno dei passeggeri sul volo dirottato in Svizzera, “il dirottamento è cominciato mentre eravamo ancora in Sudan. Pensavo che il copilota fosse impazzito, da quello che ho capito il pilota è stato chiuso fuori dalla cabina di pilotaggio mentre era andato in bagno. Poi mi sono reso conto di essere fuori dall’Italia riconoscendo le Alpi. Quando abbiamo iniziato a girare sopra Ginevra ci sono stati momenti di forte paura “. Il copilota, ha riferito il testimone, ha minacciato di far cadere l’aereo se il pilota non avesse smesso di tentare di entrare nella cabina di pilotaggio. Il velivolo in più occasioni ha iniziato a ballare, mentre si sentivano rumori provenienti sempre dalla cabina di pilotaggio. “Il tutto è cominciato verso mezzanotte e venti ora italiana quando l’aereo ha cominciato a ballare e i passeggeri si sono svegliati – ha ricordato Cuomo, che è un giovane economista specializzato nello sviluppo economico dei Paesi africani -. Il pilota intimava di aprire la porta della cabina di pilotaggio e ha cercato di sfondarla senza riuscirci. Lì si è capito che qualcosa di grave stava accadendo”. “A questo punto è stato diffuso un messaggio dagli altoparlanti in un inglese stentato, ma si è capito chiaramente la minaccia di far cadere l’aereo – ha aggiunto il giovane -. Quindi si sono sentiti nuovi rumori e colpi e sono scese le mascherine per l’ossigeno. Poi la situazione si è normalizzata anche se c’era una forte tensione fra tutti”. “A Ginevra – ha concluso Francesco Cuomo – l’organizzazione è stata perfetta, tutti sono stati molto gentili e ci hanno messo a disposizione subito le linee telefoniche per avvisare i familiari”
Fonti:
www.airlinereporter.com
www.aeronautica.difesa.it
www.ansa.it