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Il P-51 Mustang torna al Museo Storico dell’Aeronautica Militare

Giovedì 6 agosto è tornato nell’hangar Badoni il P-51D Mustang (MM4323 – RR-11) dopo il restauro effettuato dall’Associazione Ali Storiche (ASAS) seguito dal riassemblaggio effettuato dagli Specialisti del Museo Storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle.

Il P-51 Mustang viene considerato tra i migliori caccia della seconda guerra mondiale. Le eccezionali caratteristiche di volo di questo elegante aereo erano dovute all’adozione di un’ala a profilo laminare studiata per le alte velocità e ad altri accorgimenti che riguardavano il radiatore e l’accurato studio delle varie componenti per consentirne una rapida costruzione su scala industriale. Capace di raggiungere alte quote, era impiegato anche nella scorta dei bombardieri. Nelle sue ultime versioni era in grado di raggiungere i 700 km/h in volo livellato e autonomia di 8 ore di volo grazie ai due serbatoi sub alari da 75 galloni.

Nato per la RAF (Royal Air Force), gli americani, consapevoli delle sue ottime qualità, ne svilupparono numerose versioni. Il vero salto di qualità si ebbe quando, su consiglio del pilota collaudatore inglese Ron Harker, il Mustang fu rimotorizzato con il Rolls Royce “Merlin 61” , successivamente riprodotto su licenza negli Stati Uniti come Packard V-1650.

Oltre che negli Stati Uniti fu esportato in molti paesi esteri che lo hanno impiegato, in taluni casi, sino agli anni ’70. Entrò in servizio con l’A.M. nel 1948 sostituendo gli oramai esausti Spitfire della linea caccia.

Il velivolo esposto porta le insegne distintive del Generale di Squadra Aerea Ranieri Cupini che lo utilizzò presso la II Regione Aerea di Guidonia sino alla sua radiazione nel 1953.

La Regia Aeronautica, che diverrà Aeronautica Militare solo il 18 giugno 1946 in seguito al Referendum istituzionale del 2 giugno, era uscita dalla seconda guerra mondiale praticamente annientata. I pochi reparti operativi volavano ormai con veri e propri residuati bellici, sia di costruzione nazionale, sia ceduti dagli Alleati durante la cobelligeranza seguita all’armistizio dell’8 settembre 1943. Dopo la fine del conflitto la linea di volo dei reparti italiani continuò ad essere equipaggiata con aerei anglo-americani, questa volta ceduti nell’ambito degli aiuti statunitensi per la ricostruzione, e i nostri piloti continuarono a volare sugli stessi aerei che tanto ostinatamente avevano cercato a suo tempo di abbattere.

Al contrario di quanto avvenuto per altre forniture di materiale di volo, i P-51 non furono recuperati sui vari aeroporti dove, con il termine della guerra in Europa, si andavano ammassando migliaia di aerei dichiarati surplus dagli Alleati.  I “Mustang” vennero invece consegnati via mare provenendo dagli Stati Uniti, dove erano imbarcati su navi attrezzate per il trasporto-aerei dirette a Brindisi. Quei velivoli venivano trasferiti su appositi pontoni e, utilizzando le strutture del locale idroscalo, scaricati a terra. I caccia, protetti da una speciale pellicola plastica impermeabile, erano poi concentrati sul vicino aeroporto dove venivano preparati al volo.

Dopo la fornitura di P-39 “Baltimore”, “Spitfire” IX e P-38 “Lightning”, consegnati tra il 1944 e il 1946, dal settembre 1947 iniziarono ad arrivare i primi P-51. I “Mustang” vennero tutti consegnati in conto M.D.A.P (Mutual Defense Assistance Program) e, ad eccezione dell’esemplare biposto, erano stati completamente revisionati; i più usati avevano meno di 500 ore complessive di volo e vennero forniti completi di attacchi sub-alari per bombe e/o serbatoi supplementari, supporti per i razzi HVAR e apparati radio VHF.

Le forniture si protrassero oltre i tempi previsti perchè lo scoppio della guerra di Corea diminuì la disponibilità di aerei statunitensi moderni in quanto destinati prioritariamente a quel settore operativo.

Il totale dei “Mustang” F-51 ceduti all’Italia dovrebbe essere di 170 velivoli ma, a questi consegnati ufficialmente, se ne debbono aggiungere altri tre che gli specialisti italiani riuscirono a ricostruire con relitti e parti di ricambio, più altri due di provenienza incerta. Il numero complessivo di quelli immatricolati risulta infatti di 175.

[Dopo la formazione della United States Air Force (l’aeronautica militare degli Stati Uniti d’America), che è nata dalla separazione dall’esercito il 18 settembre 1947, la nomenclatura dei velivoli subì una modifica. Ad esempio il P-51 (dove P sta per Pursuit, inseguitore) fu rinominato in F-51 (dove F sta per fighter, caccia) ]

Tratto da “I Mustag italiani” di Marco Gueli

Il P-51 Mustang ispirò il progetto italiano G.59. Tra il 1948 e il 1951 due esemplari di F-51 vennero inviati presso gli stabilimenti FIAT Aeritalia di Torino per gli studi che posero le basi per la nascita del G.59.

Successivamente i P-51 Mustang italiani vennero radiati con l’arrivo dei Vampire e F-84/86, ovvero nell’’estate del 1958.

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2 Commenti

  1. Sempre bello il P-51, peccato che l’italia non abbia mai avuto quella livrea a specchio ma fossero grigi , l’ennesimo falso storico del mueso di vigna.

    1. Non si tratta di un falso storico ma della personalizzazione richiesta per il Generale Ranieri Cupini.

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