Terminata con successo la missione di soccorso in Antartide
E’ terminata nel migliore dei modi la missione di soccorso di due persone in Antartide che avevano bisogno di cure immediate. E’ stata un’impresa complessa e rischiosa visto che in questo periodo al Polo Sud è pieno inverno con temperature che si aggirano a -60 °C, buio perenne e venti forti. Proprio il 21 giugno si è festeggiato il Midwinter: è il giro di boa dell’inverno, da questo momento in poi ci vorranno 50 giorni prima che il Sole si riaffacci sul continente bianco. L’alba è attesa per il 12 agosto. Proprio a causa di queste condizioni estreme, durante i 6 mesi invernali non è previsto nessun volo da e verso l’Antartide.
La missione medevac – Aero Medical Evacuation – era iniziata il 14 giugno, quando due aerei De Havilland DHC6-300 Twin Otter operati dalla Kenn Borek Air sono decollati da Calgary. Operando in Canada, i piloti della Kenn Borek Air sono abituati a situazioni estreme ed i loro Twin Otter, di fabbricazione canadese, sono progettati e certificati per affrontare situazioni atmosferiche simili a quelle antartiche. Proprio per questo motivo sono stati scelti i DHC6 e non i Boeing C-17 Globe Master o i C-130 Hercules, i quali spesso operano in Antartide ma non a queste temperature.
Vi avevamo già parlato della Kenn Borek Air in occasione del recupero di un DC-3 (Basler BT-67) incidentato in Antartide. Per rileggere la storia: “Recupero di un DC-3 in Antartide“
Dopo aver attraversato il Nord e Sud America, i due Twin Otter hanno raggiunto la base di Rothera della British Antarctic Survey il 22 giugno.
Uno dei due velivoli è rimasto a Rothera con compiti di supporto e SAR – Search and Rescue – mentre l’altro ha proseguito per un volo di 9 ore sui ghiacci fino alla stazione polare Amundsen-Scott della National Science Foundation. A bordo pilota, co-pilota, medico e meccanico.
Qui, dopo una sosta di 10 ore, hanno prelevato i due impiegati stagionali dell’azienda Lockheed Martin che avevano bisogno di cure immediate. La NSF non ha fornito ulteriori dettagli sul loro stato di salute per motivi di privacy.
Ecco il video, realizzato da Robert Schwarz/National Science Foundation, che riassume le operazioni di soccorso:
Il Twin Otter della Kenn Borek Air ha di nuovo affrontato 11 ore di volo nel buio e a temperature estreme ed è atterrato oggi, 23 giugno, in Cile nell’aeroposrto di Punta Arenas. Sul profilo Facebook la NSF ha confermato: ”Da Punta Arenas, i due pazienti saranno trasferiti in una struttura sanitaria che potrà assicurargli livelli di cure non disponibili alla base statunitense antartica Amundsen-Scott”
Alcune foto dal profilo Facebook della NSF
Altre foto dal blog di un membro della stazione Amundsen-Scott: Medevac process
In passato, nella base americana di Amundsen-Scott, si sono verificate tre situazioni di emergenza che hanno richiesto l’intervento di aerei per missioni medevac. L’Antatride è un ambiente estremo ed ostile e nelle passate missioni i piloti hanno dovuto fare i conti con il freddo polare, così come era successo allo stesso Roald Amundsen (al quale è stata intitolata la base americana NSF) quando negli anni ’20 aveva esplorato il polo Nord e Sud (leggi la sua storia: “Il mio volo polare” di Roald Amundsen).
I piloti Sean Loutitt e Mark Cary che hanno partecipato ad una delle precedenti spedizioni medevac, raccontano al National Geographic alcuni dei problemi che hanno incontrato. Ad esempio una volta raggiunta la base, il grasso utilizzato per lubrificare le parti mobili, come i flap, si era ghiacciato ed hanno dovuto rimuoverlo e sostituirlo con un lubrificante a base di grafite. Per evitare di far raffreddare i motori durante la sosta, hanno attivato due generatori diesel di aria calda. Il personale di terra ha avuto difficoltà nell’illuminare la pista: il carburante utilizzato per accendere i fuochi non riusciva ad incendiarsi per via delle temperature estremamente basse. Per affrontare l’ultimo tratto di volo che va dalla base di Rothera fino alla base di Amundsen-Scott, il Twin Otter vola quasi a pieno carico, i serbatoi vengono riempiti al limite per avere l’autonomia necessaria (peso al decollo 7700 Kg circa) e solo dopo alcune ore di volo l’aereo è in grado di alleggerirsi per poter raggiungere i 13.000 piedi, necessari per attraversare la catena dei Monti Transantartici, in Antartide.
Una missione impegnativa ed insidiosa, che può avere successo solo grazie ad una pianificazione accurata.