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F-16 precipita nel Mar Adriatico

#### aggiornamento del 31/01 ####

Alle 14:00, a 4 miglia dalle coste di Fano, è stato ritrovato il corpo del capitano Lucas Gruenther

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Le squadre di ricerca U.S. e italiane proseguono le ricerche nel Mar Adriatico del pilota Capt. Lucas Gruenther, dichiarato disperso durante una sessione di addestramento notturno svolta il 28 gennaio.

Il Capt. Lucas Gruenther, 32enne californiano appartenente al 31st Fighter Wing, era decollato dalla base di Aviano intorno alle 20:00 del 28 gennaio, ed era in volo insieme ad altri 3 F-16 Fighting Falcon. Sembra che poco prima di perdere il contatto radar, il Capt. Gruenther abbia comunicato alla base di avere un problema, senza specificare altro. L’ultima posizione rilevata è tra le 10 e le 15 miglia nautica a est di Cervia.

Ieri, 29 gennaio, un peschereccio ha recuperato alcuni frammenti nell’Adriatico, si pensa possano appartenere al jet scomparso.

Alle 15.40 di oggi, 30 gennaio,, una motovedetta della Capitaneria di porto di Ravenna ha recuperato un paracadute, a circa 13 miglia dalla costa di Cervia.

Stando alle notizie riportate da Romagnanoi.it, alle 16:30 è stato ritrovato un casco che molto probabilmente faceva parte dell’equipaggiamento di Gruenther.

Al team di ricerca si sono aggiunti anche un  HC-130 dell’ U.S. Africa Command ed alcuni P-3s provenienti dalle forze navali europee U.S, oltre agli F-16 dotati di “targetings pods“, ovvero sensori infrarossi.

Purtroppo, con il passare delle ore, le speranze di trovare il Capt. Lucas Gruenther ancora in vita si affievoliscono. Nonostante il pilota sia dotato di un kit di sopravvivenza che gli consente di sopravvivere ad un eventuale ammaraggio forzato, bisogna tener presente che le acque dell’Adriatico, in quella zona, hanno una temperatura vicina ai 10 °C. A questa temperatura,  dopo sole 3 – 4 ore in acqua, le possibilità di sopravvivere sono molto basse.

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Un pilota militare di solito ha a disposizione 2 kit di sopravvivenza:
– il primo kit è rappresentato dal giubbotto che viene indossato dal pilota, chiamato Secumar (non so se i piloti USAF adottano questo modello o altri), il quale si gonfia automaticamente a contatto con l’acqua, ed è dotato di un collare gonfiabile in modo da sostenere la testa del pilota, anche se svenuto. E’ di colore arancione per richiamare l’attenzione dei soccorritori. Nel giubbotto è presente anche l’antenna del segnalatore di emergenza, che si attiva automaticamente e segnala la presenza del pilota ai soccorritori su frequenze standard. Nelle tasche del giubbotto troviamo bende, garze, kit per medicazione, torcia, pugnale, kit da pesca, desalinatore… e tante altre cose, a discrezione del pilota
– il secondo kit si trova sotto il seggiolino eiettabile, ed è collegato alla tuta pilota attraverso una corda; in questo modo anche se il pilota sviene, non perde il suo “survivor kit”, il quale contiene anche un battellino gonfiabile

Quindi, se un pilota è costretto ad eiettarsi, ha a disposizione molti strumenti per garantire la propria sopravvivenza… se non è stata trovata ancora alcuna traccia del battellino gonfiabile è probabile che il Capt. Lucas non abbia fatto in tempo ad eiettarsi o che ci sia riuscito ma che abbia perso il suo kit di sopravvivenza…

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