Shuttle Discovery, un pezzo da museo
Ieri, 17 aprile, lo Shuttle Carrier Aircraft NASA 905 ha accompagnato lo Shuttle Discovery NASA OV-103 nel suo ultimo volo dal Kennedy Space Center all’aeroporto di Washington Dulles. Il 19 aprile sarà trasportato via terra negli hangar del National Air and Space Museum’s Udvar-Hazy Center (Smithsonian Institution) e sarà disponibile per l’esposizione pubblica.
La costruzione dello Shuttle Discovery iniziò nel gennaio del 1979, entrò in servizio con la missione STS-41-D 30 agosto – 5 settembre 1984, l’ultima missione è stata la STS-133 24 febbraio – 9 marzo 2011.
Il Discovery è stato il 3° orbiter ad entrare in servizio, dopo gli sfortunati Columbia e Challenger, ed è il primo shuttle operativo ad essere stato ritirato. Ha accumulato in totale 365 giorni di volo in orbita, ed ha partecipato sia a missioni di ricerca, sia a missioni per la costruzione della Stazione Spaziale Internazionale (ISS)… ed ha portato in orbita il telescopio spaziale Hubble nel 1990.
Dal 23 ottobre al 7 novembre 2007, Paolo Nespoli (astronauta italiano) ha volato come specialista di missione a bordo dello Space Shuttle Discovery per il volo STS-120 verso la Stazione Spaziale Internazionale.
Dopo l’ultima missione, il Discovery è stato ritirato dal servizio e la NASA lo ha offerto allo Smithsonian Institution a seguito di un processo di decontaminazione.
Durante il volo di oggi lo SCA, affiancato da un NASA T-38, ha sorvolato il centro di Washington per rendere omaggio alla onorata carriera dello Shuttle Discovery.
Lo SCA, Shuttle Carrier Aircraft,è un Boeing 747 opportunamente modificato dalla NASA per trasportare sopra la fusoliera gli orbiter, in questo caso il Discovery.
In questo video sono state riprese le operazioni di aggancio dell’orbiter sullo SCA, davvero interessante.
Da notare come la parte posteriore dell’orbiter sia stata protetta da un cono di coda, per ridurre la resistenza e la turbolenza durante il volo sullo SCA, oltre che per proteggere lo SSME; in questo video sono state riprese le operazioni di installazione del cono di coda sull’Enterprise.
Durante alcuni test eseguiti nel 1977, la NASA ha sperimentato la funzionalità del cono di coda durante alcuni voli liberi condotti con l’Enterprise, molto interessante anche questo video…
In un articolo di agosto 2011 vi avevamo già parlato degli SCA… come si può notare dalle foto/video, le principali differenze tra un classico 747 ed uno SCA riguardano i montanti installati a metà fusoliera per facilitare il trasporto dell’orbiter, e l’installazione di 2 derive verticali supplementari per migliorare la stabilità direzionale del mezzo.
I 2 SCA appartenenti al NASA’s Johnson Space Center sono:
- NASA 905: è un 747-100 registrato come N905NA, ottenuto dall’ American Airlines nel1974; inizialmente fu impiegato per studi sulle scie di turbolenza, per essere poi convertito a SCA nel 1977
- NASA 911: è un 747-100SR registrato come N911NA , ottenuto dalla Japan Airlines nel 1989; entrò in servizio nel 1990 dopo opportune modifiche
Il NASA 911 è stato ritirato dal servizio l’8 febbraio 2012. Viene utilizzato per fornire componenti di ricambio per il NASA 905.
Il NASA 905 resterà in servizio per trasportare gli ultimi 3 orbiter nelle aree espositive: Intrepid Sea, Air and Space Museum a New York City (Enterprise), California Science Center a Los Angeles (Endeavour) e NASA Kennedy Space Center in Florida (Atlantis).
Dopo che il NASA 905 avrà terminato le sue ultime missioni , sarà utilizzato per fornire componenti di ricambio al Boeing 747SP utilizzato nel progetto NASA Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy (SOFIA).
via:
- http://www.nasa.gov/centers/dryden/Features/sca_911_final_flight.html
- http://it.wikipedia.org/wiki/Space_Shuttle_Discovery
- http://www.airliners.net/aviation-forums/tech_ops/read.main/197707/
- http://science.ksc.nasa.gov/shuttle/resources/orbiters/enterprise.html
- http://www.nasa.gov/externalflash/shuttlecarrier/
- http://en.wikipedia.org/wiki/Space_Shuttle_Discovery
Macchina eccezionale ma troppo complessa e delicata. Il riutilizzo per più missioni si è rivelato molto più costoso e complicato di quanto previsto. E’ un pezzo di storia che va in archivio ed il futuro è incerto: per ora il collegamento alla ISS è nelle mani delle capsule russe.