Reportage dell’Aviation Fair 2017 di Pardubice
Si è svolta il 3 e 4 giugno 2017 la 27^ edizione dell’Aviation Fair (Aviatická pouť) di Pardubice, in Repubblica Ceca.
L’air show di Pardubice si caratterizza per la grande varietà di velivoli che si esibiscono in diversi programmi di volo, dai warbird ai jet, dagli elicotteri alle pattuglie acrobatiche. Sono esposti anche mezzi d’epoca terrestri che prendono parte alla rievocazione storica durante lo show.
Pardubice è la città natale di Jan Kašpar, pioniere dell’aviazione in Repubblica Ceca, dove il 16 aprile 1910 effettuò il suo primo volo a bordo di un Blériot XI. Fu il primo pilota Ceco a volare ai comandi di un aeroplano. Il 13 maggio 1911 decollò da Pardubice per un volo di 92 minuti che all’epoca risultò essere il volo di durata maggiore in tutto l’impero Austro-Ungarico. L’air show di Pardubice nasce nel maggio 1991 proprio in occasione dell’80 anniversario di questa storica impresa di Jan Kašpar, per poi ampliarsi ed arrivare ai giorni nostri, proponendo uno spettacolo vario e completo.
Antonio Di Trapani ha seguito l’evento per From The Skies, ecco il suo racconto e foto da Pardubice.
Appena arrivato all’aeroporto di Pardubice manco di pochissimo l’arrivo del Breitling Jet Team, mentre sono in marcia li sento rullare verso il parcheggio. Mi dirigo a passo spedito verso gli aerei dei Flying Bulls che brillano sotto ai raggi del sole, soprattutto il North American B-25 Mitchell ed uno dei veri protagonisti di questa edizione, il Douglas DC-6B, entrambi lucidati a specchio. Grazie al manager del team riesco a ripararmi dal sole sotto il maestoso quadrimotore, visitarlo brevemente e ad ottenere una intervista con il suo pilota, comandante Frederic Handelmann, con 14.000 ore di volo all’attivo.
Intervista a Frederic Handelmann
Quanti anni ha l’aeroplano?
“L’aereo è stato fabbricato nel 1958,il penultimo ad uscire della linea di produzione della Douglas a Santa Monica, California. Questa macchina in particolare ha girato il mondo:acquisito dalla JAT, la linea aerea jugoslava, è stato l’aereo personale del Maresciallo Tito per una ventina d’anni, poi ha servito nello stesso ruolo il presidente Kaunda, in Zambia, che dopo qualche anno lo ha lasciato a terra presso l’aeroporto di Lusaka.”
Come è entrato in vostro possesso?
“Nel marzo del 2000 Sigi Angerer ha trovato il DC-6 in vendita, ed il 7 luglio dello stesso anno è cominciato il viaggio epico dall’aeroporto di Windhoek, in Namibia, fino a Salisburgo(28 ore,nda): una volta arrivati il velivolo è stato messo a terra e sottoposto ad un accurato restauro durato 4 anni. Dal 2004 l’aereo ha ripreso a volare, effettuando voli VIP ma anche offrendo la stessa esperienza a gente comune durante alcuni eventi.”
Come hai fatto ad abilitarti pilota di DC-6?
“In Red Bull siamo in tre ad essere abilitati, il nostro chief pilot ha esperienza sia civile che militare, l’altro proviene dal mondo militare, ed io provengo dal mondo civile, pilotando Airbus A330 e 340. Siamo andati anche in Alaska, dove si trova l’ultima compagnia aerea che effettua voli freighter con il DC-6. Inoltre ai voli di addestramento affianchiamo un simulatore funzionante,dal 1956, che ha una valenza ottima per la acquisire familiarità con le procedure”.
A questo punto mi indica gli altri uomini che riposano all’ombra della gigantesca ala, e ci tiene a sottolineare che”portare in volo una macchina del genere sarebbe impossibile senza di loro, dal nostro organizzatore, fino al nostro motorista, laggiù vestito di blu…per tenere aeroplani come questo in volo serve una macchina organizzativa complessa e organizzata quanto l’aereo che portiamo in volo, pensa che abbiamo dei membri del team il cui compito è esclusivamente mantenere l’aeroplano lucido come uno specchio!”
Su quali altri aerei voli di solito?
“Di routine,come ti dicevo, su diversi tipi di Airbus. ,…ma sono abilitato anche al pilotaggio del B-25 e dell’Extra 300 L !”
Prossimi eventi ai quali parteciperete?
“Di sicuro alla Red Bull Air Race a Porto, in Portogallo.”
Dopo aver immortalato Frederic con il suo velivolo mi rendo conto che guardando oltre i sette L-39 Albatros del Breitling Jet Team, quasi nascosti dal DC-6B ci sono due interessantissime sorprese! Più defilato rispetto ai piccoli jet e costantemente sorvegliato da militari c’è un grosso Antonov An-30 dal muso vetrato battente bandiera russa, di passaggio nell’ambito del trattato Open Skies! Dietro il grosso bimotore da osservazione fa capolino una vecchia conoscenza: si tratta del Mi-35 “Alien” già visto al Tiger Meet 2016 a Saragozza, che stavolta invece dei serbatoi ausiliari con la tigre dipinta porta quelli che sembrano 8 tubi di lancio 9M114 del missile anticarro “Shturm V”.
Nel frattempo Mitchell, Dassault Alpha Jet e T-28 Trojan dei Flying Bulls sono decollati ed effettuano un basso passaggio in formazione sull’asse pista! L’Alpha Jet rimane ad evoluire con i suoi fumi, una volta atterrati i tre velivoli l’aeroporto viene riaperto al traffico ed un elegante SAAB 340 ne approfitta per portarsi all’atterraggio.
Dietro di lui una sagoma inconfondibile, già vista al Fly Party di Montagnana 2016, la osservo rullare fino al parcheggio….si, è proprio il North American Rockwell OV-10 “Bronco”, arrivato direttamente da Montelimar, Francia (con un serbatoio ausiliare ventrale!). Fatte le dovute presentazioni attendo che il comandante Alain Bes ed il suo equipaggio finiscano di preparare il velivolo per la notte, per concedermi una breve intervista.
Intervista a Alain Bes
Ricordi ancora il tuo primo volo?
“Si, certamente, la mia prima lezione di volo, nel 1969:ero molto concentrato e si è svolto tutto normalmente, su uno Jodel 111.”
Il comandante poggia sul tavolo il libretto di volo, per annotare le ore volate fin qui, e colgo al volo l’occasione:
“Quante ore di volo hai accumulato all’incirca?su che tipi di aeromobile?”
“Circa 10000,..uhm…Mirage III, Mirage F1, Alpha jet, Dassault 312,Mystere, ma anche cap10 ed in Siria yak 52 e yak 54”
Come mai voli proprio su questo aeroplano?
“Le città di Montelimar e Ravensburg sono gemellate, e nel 1991 il borgomastro di Ravensburg ha fatto dono al museo di questo Bronco ex Luftwaffe, con la colorazione verde mimetico ed arancio fluo idonea al traino bersagli, e di un MiG-21 ex DDR. Una volta espletate le pratiche per la registrazione civile ho effettuato il mio primo volo sul Bronco il 5 luglio 1996. La nuova livrea riproduce fedelmente un esemplare impiegato in Desert Storm 1 dai Marines,matricola 55454. Attualmente l’aeroplano originale vola ancora,è stato demilitarizzato ed è impiegato dal CAL FIRE Department (l’agenzia antincendio della California,nda) con una livrea bianco e rossa. Il Bronco è un aereo abbastanza veloce, l’anno scorso a Montagnana non è stato facile tenerlo in formazione con il Bird Dog!”
“Su quale aeroplano desidereresti volare, se ne avessi l’occasione?perchè?” Di fronte alla sua faccia perplessa azzardo, qualche nome, tra cui il Rafale,dati i suoi trascorsi…ma dopo averci pensato su risponde:
“Sullo jodel 110 mousquetaire, un biciclo non facilissimo, che devi ‘sentire’, oppure su un CAP10.Probabilmente la risposta sarebbe stata Rafale se avessi avuto qualche anno di meno”,si schernisce!
Quando e dove avremo possibilità di rivedere il Bronco?
“A brevissimo in Polonia, poi in Repubblica Ceca nuovamente, ad Hradec Kralove”
Mentre i piloti francesi vanno a godersi una birra ghiacciata arriva uno XtremeAir XA-42 Sbach 342, l’aereo dei Flying Bulls pilotato da Jan Rudzinskyj, pilota e scrittore, nonché parte importante dell’organizzazione.
Chiacchierando con lui scopro che il primo volo da solista lo ha fatto con una macchina italiana, un P-92 Echo, e che con l’Italia ha un ottimo rapporto e più di una volta si è recato con il suo biplano CASA 1-131E Jungmann presso l’aviosuperficie di Mensanello dall’amico Enzo Pacenti, ed alla domanda su dove lo rivedremo comincia a snocciolare i prossimi appuntamenti aeronautici del team, davvero numerosi in tutta l’Europa centrale: mi viene inevitabile domandargli”…e in Italia?”..e lui” Se ci invitassero saremmo molto felici di partecipare!”.
Durante la chiacchierata assistiamo all’atterraggio di diversi aeromobili, e dopo avermi illustrato il programma del giorno successivo saluto Jan e mi dirigo a fotografare un altro volto noto del Fly Party 2016, si porta infatti all’atterraggio lo Yak-11 di Stefano Landi, rapidamente hangarato grazie all’aiuto dei volontari.
Finalmente è il momento che tutti i presenti stavano aspettando… un colpo distinto e il rombo di un motore indicano che il DC-6B ha appena avviato il motore numero 1(interno dx), seguito dagli altri tre, imitato simultaneamente dal B-25 è pronto e dalla flotta Red Bull!
Effettuati i passaggi in formazione gli altri aerei lasciano campo libero al quadrimotore, che con i suoi quattro Pratt & Whitney R 2800 CB-3 eroganti 2400 hp ciascuno stupisce anche per la grazia dimostrata nelle manovre e nel passaggio di saluto “fuori tutto”.
E’ la volta del T-28 Trojan,che al suo passaggio lascia anelli di fumo “danzanti”, seguito da B-25 Mitchell ed Alpha Jet. A concludere questo primo intenso pomeriggio ecco che arriva un altro Yak… e di nuovo socio dell’ Historical Aircraft Group. Si tratta dello Yak9U-M D-FIST.
Sabato 2 giugno, giornata clou della manifestazione, mi posiziono in un punto strategico fuori dalla recinzione grazie all’aiuto del mio amico Pavel Vanka.
L’onore di aprire la manifestazione è toccato al Twinbeech C-45 H “Southern Comfort”, seguito poi da uno sgargiante Stearman: per celebrare gli 80 anni della scomparsa di Amelia Earhart entrambi gli aeroplani erano pilotati da donne,rispettivamente Monika Bezděková ed Olga Benešová.
Anche in questa edizione i mezzi del CLV, Centrum leteckého výcviku, si sono esibiti in passaggi in formazione, e i loro Zlin Z412 si sono esibiti anche in un carosello in rullaggio, per farsi ammirare dagli spettatori.
Un momento davvero emozionante è stato il decollo della replica del Bleriot XI, molto simile a quello pilotato oltre 100 anni fa da Jan Kaspar. Il pilota è stato Dan Griffith, che ha potuto aggiungere anche questo tipo di aeroplano agli oltre cinquecento già annotati sul suo libretto di volo.
Guardando librarsi questo velivolo si ha davvero l’impressione di assistere alla nascita dell’aviazione, sembra incredibile che in una “manciata di anni”, si sia passati da uno scheletro di legno e tela con ali svergolabili ai voli intercontinentali, fino a spingersi oltre la velocità del suono.