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7000 ore di volo per il Luogotenente Iozzi, Operatore di Volo della Marina Militare

Il Luogotenente Vincenzo Iozzi è un Operatore di Volo della Marina Militare impiegato presso il 3° Gruppo Elicotteri di Maristaeli Catania e ha da poco superato l’importante traguardo delle 7000 ore di volo raggiunte nel corso di 34 anni di onorata carriera, 31 dei quali trascorsi a bordo degli elicotteri SH-3D ed EH-101 della Marina Militare.

Questo traguardo rappresenta la sintesi del lavoro di squadra svolto dal 3° Gruppo Elicotteri che, operando sia da terra che da bordo delle navi della Squadra Navale, svolge quotidianamente attività, tra l’altro, a favore della collettività come supporto alla Protezione Civile in caso di calamità naturali, attività di ricerca e soccorso (SAR) per la salvaguardia della vita in mare, recupero di personale in difficoltà da unità civili e militari, trasporto di personale medico. Inoltre il 3° Gruppo Elicotteri è stato impiegato all’estero in diversi teatri operativi laddove la Forza Armata è stata chiamata a intervenire.

Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare il Lgt. Vincenzo Iozzi per conoscerne più da vicino sia il lato professionale che umano, e per comprendere meglio il ruolo dell’Operatore di Volo all’interno dell’Aviazione Navale.

Filmato realizzato dalla Marina Militare in occasione del raggiungimento delle 6000 ore di volo del Lgt Iozzi

 

  1. Lgt Iozzi può descriverci brevemente la sua carriera in Marina?

Sono entrato in Marina nel 1989 e, dopo aver svolto il corso ordinario quale allievo Sottufficiale nella categoria radarista presso le Scuole Sottufficiali della Marina Militare, ho chiesto e ottenuto di transitare nella Componente Aeromobili; ho quindi effettuato il corso da Operatore di Volo presso l’Ufficio Corsi e Tirocini della Stazione Elicotteri di Catania conseguendo il brevetto su SH-3D e venendo destinato al 3° Gruppo Elicotteri dove ho conseguito la qualifica Combat Ready (CR) nel 1992. A maggio dello stesso anno, in qualità di Operatore di Volo CR su SH-3D, sono stato imbarcato su Nave Garibaldi dove ho prestato servizio sino al giugno del 1998, data in cui sono rientrato al 3° Gruppo Elicotteri. Ho continuato a volare sull’SH-3D sino a maggio del 2007, anno in cui ho iniziato la transizione sull’EH-101. Per circa un anno ho volato sugli EH-101 del 1° Gruppo Elicotteri, partecipando a numerose missioni e conseguendo, nel marzo del 2008, la qualifica Combat Ready nella lotta di superficie e aerea (SA), nella Guerra Elettronica (ESM) e nella lotta subacquea (SUB); a ottobre del 2010 ho conseguito la qualifica Limited Combat Ready Eliassalto.

Dal 2002 al 2016 ho partecipato alle varie missioni internazionali (Somalia, Yugoslavia, Kosovo, Libano, Afghanistan, Unified Protector, Mare Nostrum, Sophia) con elicotteri basati sia a terra che a bordo di Unità della Squadra Navale.

Sono abilitato all’impiego di tutti i sensori e sistemi d’arma imbarcabili su EH-101 e all’impiego del verricello di soccorso, nonché al recupero naufrago da elicottero.

Sono qualificato al corso di “Sopravvivenza evasione fuga e resistenza all’interrogatorio” (SERE) e sono brevettato Istruttore Militare e Sommozzatore Militare (OSSALC).

Attualmente ho all’attivo 7015 ore di volo di cui la metà su SH-3D e nei vari teatri operativi.

Oltre a svolgere le funzioni prettamente di categoria all’interno della Componente Aeromobili della Marina Militare, fornisco supporto in qualità di insegnante aggiunto alla Scuola di Aerocooperazione dell’Aeronautica Militare.

 

  1. Può spiegarci quali sono i compiti di un Operatore di Volo di un EH-101 della Marina Militare?

Un Operatore di Volo Combat Ready CR SA/SUB su EH-101 è colui che gestisce tutti i sensori e sistemi d’arma installati su questo tipo di velivolo. In una missione operativa sono previsti due operatori di volo, i cui compiti a bordo variano in funzione del tipo di missione e della configurazione del velivolo. In particolare, l’operatore CR ha il compito di occuparsi delle due forme di lotta (secondo me più affascinanti) subacquea e guerra elettronica impiegando i relativi sensori e di supervisionare la scoperta di superficie/aerea. In altre parole, il compito dell’Operatore di Volo è quello di fornire al Capo Equipaggio un quadro chiaro, aggiornato e immediatamente intellegibile della situazione in atto e di coadiuvarlo/assisterlo nell’applicazione delle tattiche di intervento più opportune. In missioni di ricerca e soccorso è previsto un terzo Operatore che assolve al compito di aerosoccorritore.

 

  1. Lei, oltre che a svolgere incarichi di operatore Radar/Sonar e GE a bordo, svolge anche il delicato compito di aerosoccorritore. Come si diventa aerosoccorritore?

Ho svolto questo incarico per circa 30 anni e fino all’età di 51 anni e, mio malgrado, con l’ingresso in Componente delle nuove leve ho dovuto cedere il passo! Un tempo, il corso veniva svolto presso il Comando Subacquei ed Incursori del Varignano (COMSUBIN) mentre oggi, grazie alla grande esperienza acquisita, viene svolto in Componente presso le due Basi di MARISTAELI Catania e/o MARISTAELI Luni.  Uno dei pre-requisiti per diventare Operatore di Volo è il possesso di una adeguata dimestichezza in ambiente marino, la cosiddetta “acquaticità”. Agli aspiranti Operatori di Volo è infatti richiesto il superamento del corso ORN (Operatore Recupero Naufrago) che ha una durata di cinque settimane e prevede una fase teorica durante la quale gli allievi vengono istruiti su tecniche, materiali ed equipaggiamenti ed una fase pratica che si svolge sia in acque ristrette che in acque libere e con l’effettivo impiego degli elicotteri. Il corso si completa con esercitazioni pratiche di recupero naufrago, di cui una notturna condotta con elicottero e con la presenza di un altro operatore in acque libere.

 

  1. Come si è evoluta la figura professionale dell’Operatore di Volo nel corso degli anni? Con il passaggio da SH-3D a EH-101 l’Operatore di Volo ha acquisito nuove competenze e un ruolo diverso?

Si tratta di due velivoli assolutamente diversi tra loro, principalmente per quanto riguarda la composizione strumentale dei sensori e degli applicativi di gestione.

Sul tradizionale SH-3D, nato negli anni 60 e dotato di sensori analogici, sicuramente efficaci per quel tempo ma non più rispondenti alle esigenze attuali, la figura chiave era rappresentata dal pilota. Il pilota, infatti, oltre ad occuparsi della condotta del velivolo, era l’elaboratore della missione, mentre l’Operatore si occupava unicamente della scoperta, agendo essenzialmente nell’utilizzo dei sensori.

La lunga autonomia e i sistemi di ultima generazione hanno invece reso l’EH-101 uno degli elicotteri più performanti al mondo, permettendo all’ Operatore di Volo di diventare un vero operatore di sistema e di assumere un ruolo e un’importanza paragonabile a quella del pilota. Adesso è proprio l’Operatore di Volo che, oltre ad occuparsi della gestione dei sistemi d’arma, di scoperta analisi e di trasmissione dati real time, coadiuva a pieno titolo il pilota nella condotta tattica della missione.

Basti pensare che se con un elicottero SH-3D si potevano condurre determinate missioni con la sola presenza del Capo Equipaggio (facendo a meno dell’Operatore di Volo), sull’EH-101 in configurazione Maritime Patrol Helicopter (MPH) per operazioni di sorveglianza e contrasto alle Unità di superficie e subacquee, non è assolutamente possibile. In particolare, in alcune tipologie di missioni, quali ad esempio quelle che prevedono Misure Elettroniche di Supporto (ESM) che comprendono tutte quelle azioni per ricercare, intercettare, localizzare, registrare e analizzare l’energia elettromagnetica irradiata allo scopo di appoggiare le Operazioni navali, la figura dell’Operatore di Volo assume un ruolo quasi predominante su quella del pilota.

 

  1. Più di 7000 ore di volo sono un notevole traguardo, non solo per le ore di volo in sè, ma per la quantità di impegno che hanno richiesto. Ogni missione di volo, che abbia la durata di pochi minuti o di diverse ore, richiede sempre la massima professionalità e dedizione. Cosa La spinge ad indossare quella divisa ogni giorno e ad essere sempre pronto per una nuova missione?

C’è da considerare che a ciascuna di queste ore corrispondono delle azioni e ad ogni azione corrisponde la preparazione, intesa come l’insieme di quelle procedure operative definite standard, che vengono svolte prima, durante e dopo il volo.

Ciò che mi spinge a indossare questa divisa è il sentirmi parte di una grande squadra, il lavorare con la consapevolezza di svolgere una professione di supporto alla collettività, il poter vivere esperienze spesso faticose e disseminate di difficoltà ma che vengono quotidianamente ripagate da piccole e grandi soddisfazioni.

Personalmente potrei raccontare una vita di sacrifici che è stata, in ogni occasione, assolutamente ricompensata dal sorriso riconoscente di un naufrago in difficoltà da me soccorso o dal ringraziamento di una mamma, in quella Somalia al tempo devastata dalla guerra civile, che affidava fiduciosa alle mie braccia la sua bambina ferita per sottrarla alle violenze del momento.

Basta un accenno a questi due, tra i tanti episodi che ho vissuto personalmente, a dare valore alla mia professione e alla mia esperienza di vita.

 

  1. Questo lavoro comporta anche diversi periodi lontano da casa e dalla propria famiglia. Come riesce a gestire la lontananza dai propri cari?

La nostra professione comporta molti sacrifici che inevitabilmente coinvolgono i nostri affetti più cari; il nostro è un impegno che va affrontato con il cuore e con una grande dose di passione. Non avrei potuto fare quello che ho fatto senza l’immenso sostegno e l’incondizionata fiducia di mia moglie, che, colmando le mie assenze, si è fatta sempre carico dell’educazione delle nostre figlie e della gestione della casa. Io e la mia famiglia consideriamo la Marina e la sua Componente Volo come la nostra “famiglia allargata”.

 

  1. Quale è stata la missione più impegnativa affrontata nel corso della sua carriera?

Mi piace ricordare la missione Unified Protector : era il 2011 e ci trovavamo con un nostro elicottero sull’incrociatore Garibaldi, in acque antistanti la Libia, per far rispettare una Risoluzione dell’ONU. Insieme a noi vi erano tanti altri Paesi, sotto la bandiera della NATO, pienamente consapevoli della nostra utilità e del delicato ruolo che ricoprivamo nell’ambito della protezione delle Forze Alleate, ma soprattutto nella salvaguardia della popolazione civile. In quella occasione ho sperimentato e messo a frutto tutto l’addestramento e la preparazione professionale acquisita negli anni.

 

  1. Quale è invece la tipologia di missione più impegnativa – in generale – per un Operatore di Volo?

Sono sicuramente le missioni di guerra elettronica: tali missioni prevedono una conoscenza ed una preparazione scrupolosa, minuziosa, approfondita e aggiornata dell’area di operazione.

Si tratta di missioni  per cui l’intera esecuzione è nelle mani dell’Operatore di Volo!

 

  1. Leggendo il suo curriculum vedo che ha avuto l’opportunità di partecipare a missioni all’estero e acquisire diverse qualifiche. Tra queste, quale è stata l’esperienza più formativa e che, dal punto di vista professionale, le ha lasciato qualcosa in più?

È facile perdersi nei ricordi delle esperienze vissute. Naturalmente, come ho già accennato in precedenza, tutte le volte che abbiamo salvato vite umane rappresentano per me episodi che rimarranno indelebilmente scolpiti nella mia mente.

Tuttavia, particolare peso riveste l’attenzione che la Forza Armata rimette nella formazione continua del proprio personale, formazione che ha puntualmente accompagnato la mia vita professionale. L’esperienza dei miei predecessori e le competenze degli esperti mi hanno insegnato ad ascoltare e non solo sentire, a vedere e non solo guardare: un insegnamento che applico non solo in servizio ma anche nella mia vita privata.

 

  1. Dal punto di vista umano quale invece l’attività, la missione che le ha lasciato di più?

Lo accennavo prima: durante l’Operazione SOMALIA, mentre ci trovavamo a sud del Paese africano (sulla cittadina di MERKA) in volo di ricognizione, siamo stati dirottati per una missione di soccorso. A seguito di uno scontro a fuoco tra due fazioni indigene, un certo numero di persone erano rimaste ferite. Di lì a qualche minuto, siamo atterrati su una spiaggia poco distante dal luogo del conflitto. A bordo non avevamo né medico né infermiere; una volta a terra mi avvicinai personalmente ai feriti per valutare le loro condizioni e notai una bambina di circa 4 anni gravemente ferita, sdraiata a terra e sporca di sangue con la sua mamma disperata a fianco. Dopo qualche secondo di perplessità, guardandomi dritto negli occhi, la mamma mi mise in braccio la bambina, affidandomi la sua vita. In quel momento ho sentito tutta la responsabilità della vita di quel piccolo essere innocente: ho corso velocemente verso l’elicottero e ricordo, come fosse oggi, di aver tenuto in braccio quella bambina per tutto il volo fino all’ospedale di Mogadiscio. Una volta atterrati, l’ho affidata ai dottori che, dopo qualche ora, ci hanno informati che le erano stati estratti due proiettili e che solo grazie al nostro tempestivo intervento erano riusciti a salvarle la vita.

 

  1. Cosa direbbe ad un giovane che vuole intraprendere una carriera simile alla sua?

Di farlo con la stessa passione e lo stesso entusiasmo di tutti noi che giornalmente siamo al servizio dell’Italia, delle sue libere Istituzioni e della comunità. L’approccio deve essere sicuramente positivo e migliorativo per far crescere il sistema Paese che ha bisogno di energie giovani.

Ricordarsi sempre di essere un professionista, pronto a studiare e alzare sempre la soglia dei limiti professionali ogni giorno di più, per ottenere attraverso il lavoro di squadra anche grandi soddisfazioni personali. Gli direi di vivere il sacrificio, proprio e dei propri cari, come mezzo per accrescere le proprie capacità, con la consapevolezza che in questa squadra ognuno ha l’opportunità di dimostrare il proprio valore ed ognuno di noi è un tassello fondamentale della Marina Militare.

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Ringraziamo il Luogotenente Vincenzo Iozzi per la disponibilità con la quale ha trattato tutti i temi proposti grazie ai quali abbiamo potuto conoscere meglio la sua storia e il ruolo dell’Operatore di Volo. Cogliamo l’occasione per rinnovare le nostre congratulazioni per il raggiungimento delle 7000 ore di volo.

From The Skies desidera ringraziare per la disponibilità il 1° Lgt Vincenzo Iozzi, il Capitano di Corvetta Antonio Rossi e l’ Ufficio Pubblica Informazione della Marina Militare 

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